• Koi no yokan

    Mauro Fusar Poli

    È bastato un riflesso,
    un sorriso accennato,
    e tutto si è aperto,
    come un segreto dal tempo rivelato.
    Non è ancora amore,
    ma nell’aria danzano già i tramonti
    che potremmo condividere,
    le cene sotto un cielo stellato,
    le passeggiate su strade
    che ancora non conosciamo.
    Luoghi che prenderanno vita
    solo se visti insieme.
    È un’intuizione,
    che svela ciò che non è,
    ma che potrebbe essere.
    Due anime che si sfiorano,
    promettendosi senza parole
    di scoprirsi, di crescere.
    In un istante fugace,
    un sogno lontano ma così vicino,
    non posso fare a meno di dirti…
    Ciao
  • Eterno

    Mauro Fusar Poli

    Ciò che ci siamo detti in questa vita
    guiderà i nostri spiriti nella prossima,
    cosicché il tempo venga ingannato
    e potremo innamorarci ancora.
  • L’esploratore

    Gaia Incarbone

    Una volta mi hai rivelato di voler fare l’astronauta;
    ed io ho sorriso: tu, sempre seduto sulla poltrona di iuta,
    davvero sognavi di stare sospeso tra le stelle e la Luna?
    davvero le avevi attaccate al soffitto una ad una?

    Un’altra mi hai raccontato di voler fare l’esploratore;
    ho sorriso ancora: tu, allergico ad ogni tipo di fiore,
    davvero sognavi di girare per i campi aperti al Sole?
    davvero tu tracciavi, tragitti immaginari tra le aiuole?

    E forse un viandante lo sei diventato davvero con gli anni.
    Citando qualcuno, sei ciò con cui frugo tra i miei stessi inganni.
    Perciò io ti chiedo: sonda il mio cranio dagli abissi acquosi.
    Così io ti prego: tasta il mio ventre dai meandri terrosi.
  • Dentro il mio letto

    Gaia Incarbone

    Ieri hai dormito dentro il mio letto, 
    sdraiata su quel tuo taglio aperto:
    sola, stanca e senza più un volto;
    Eppure, mi hai già raccontato molto…

    Di come hai stropicciato la tua bocca
    ricoperta di una strana plastica
    per poi gettarla dentro ad un cassetto
    e perderla in fondo al mobiletto .

    Di come hai deposto i tuoi bulbi
    oculari, come fossero carrubi,
    nel terreno umido di quel mio vaso:
    ché almeno qualcosa spunti per caso.

    E dalle tue mani ancora morbide,
    ne hai ricavato collane livide.
    Ma di quei tuoi capelli – colorati -
    io non so più: nessuno li ha rivisti.

    Eppure, io so della tua pelle morta
    che come una vecchia stoffa attorta
    sta qui, in questa cassa, sotto al letto:
    riposta nella pelle di chi ha letto.
  • I nostri corpi stesi a letto

    Luca Gritti

    i nostri corpi stesi a letto
    uno attorno all'altro
    abbracciati tra liane
    il mio orecchio sul suo petto
    ascolta sul costato
    ogni battito creato
    e sento la linfa che fluisce
    nelle sue carotidi
    nel suo collo fine
    e sogno questo e lo nascondo
    nelle pieghe nascoste del mio cuore
    nell'atrio d'oro del mio amore.
  • Solo nome e cognome

    Luca Gritti

    nella rubrica ti ho rimessa soltanto nome
    e cognome, come se fossi solo un altro
    numero in mezzo ai miliardi
    ogni buonanotte che volevo mandarti
    l'ho zittira e ingoiata, nelle miniere
    del mio petto ora incastonata

    e il silenzio si fa vino
    noi ne siamo ebbri,
    ubriachi fino al mattino.

  • Dimenticarsi di essere in grado

    Luca Gritti

    lenzuola, coperte disfatte, ammassate
    impregnate di un ricordo che ha il suo volto
    c'è stato un istante durato forse dieci anni
    eravamo sul letto, o forse nel profondo universo
    ho la sensazione di essere stato parte delle stelle
    dispersi, fluttuando nel nulla liquido del cosmo
    e giuro che ho toccato un buco nero sul suo orizzonte
    col profumo dei capelli che ha lasciato sul cuscino
    e ce l'ho attaccato alla guancia tutta notte,
    fin domattina.