Gaia Incarbone
Ogni tanto è bene alzare gli occhi al cielo,
con le mani libere ed i piedi sul terreno:
allontanarsi dalle luci dei cartelli stradali,
e raccogliere ogni seme, uno ad uno tra le mani.
E penetrare in ciò che tu chiami deserto:
come un grande prato color paglia, ricoperto
di rifiuti e di stelle, abbandonato
dopo un festival di luci al neon.
Forse siamo solo esseri dormienti,
saturi di beni che chiamiamo nutrienti.
Ma dov’è la stella che il mio ventre vivo,
ricerca tra ogni roccia e in ogni ulivo?
Per lei sola, e per le alte creature alate
e per tutte le più piccole cose mai contemplate,
che una scarica di luce percorra ogni cavo,
lasciandoci al buio di un cielo stellato.