Cassandra 2.0

Gaia Incarbone

Mie care compagne, io so perché tanto
di grida riempite le piazze dabbene,
perché riunite le colmate di canto,
perché vi accendete come benzene.

Ho visto le fiamme bruciare le case
e visto l’uomo che portava il fuoco;
ho visto cadere di grida le spose.
Ma ogni richiamo fu invano e voco.

E come potremmo noi poi cantare,
serene per strada il giorno e la notte:
fra le sorelle morte inascoltate,
fra quelli che ci chiamano esaltate.

Io questo non lo so, non lo posso sapere.
Eppure, senza sonno seppur così stanca,
io vi prometto, che vi saprò ascoltare.